Vincent Bolloré è in stato di fermo per corruzione

Redazione

L’imprenditore interrogato questa mattina dalle autorità francesi per presunte tangenti per la gestione di due porti in Africa. Il titolo del gruppo crolla in Borsa

Vincent Bolloré, imprenditore e finanziere francese alla guida dell'omonimo gruppo di famiglia e principale azionista di Vivendi, è stato fermato stamattina con l'accusa di corruzione legata ad attività svolte in Africa nel 2010. Secondo il quotidiano francese Monde, il miliardario bretone si troverebbe in custodia cautelare per "corruzione di funzionari pubblici stranieri". Bolloré avrebbe ottenuto in cambio le concessioni di due porti, uno a Lomé, la capitale del Togo, l'altro a Conakry, quella della Guinea. Proprio in Africa il gruppo ha uno dei centri-chiave del suo business

   

Le indagini sono state avviate nel 2014 e l'ipotesi al vaglio degli inquirenti è che Havas – il gigante francese del settore della comunicazione, legato al finanziere e di proprietà di Vivendi – abbia fornito consulenze e “missioni di comunicazione” sottofatturate per sostenere la scalata al potere di alcuni dirigenti africani. In cambio, Bolloré avrebbe ottenuto concessioni sui terminal portuali. Secondo le informazioni del Monde, la polizia ha sequestrato numerosi documenti durante le ricerche effettuate nell'aprile 2016 presso la sede del gruppo, a Puteaux (Hauts-de-Seine).

 

"Il gruppo Bolloré smentisce formalmente che la sua controllata Sdv Africa abbia commesso irregolarità", si legge in un comunicato pubblicato sul sito del gruppo, dove si precisa che "i servizi relativi a tali fatture sono stati effettuati in piena trasparenza. L'audizione dei suoi leader fornirà utili informazioni alla giustizia su questi temi, che sono stati oggetto di una valutazione indipendente che ha concluso che le transazioni sono perfettamente regolari". Intanto però, subito dopo la notizia del fermo di Bolloré, il titolo del gruppo è crollato del 4,7 per cento alla Borsa di Parigi. Le azioni Vivendi, non coinvolto direttamente nelle indagini in corso, invece perde lo 0,7 per cento.

  

I rapporti tra Havas e Bolloré

 

La custodia di Bolloré, ormai inviso socio di Tim con il 23,94 per cento e di Mediaset con il 29 per cento circa, arriva appena una settimana dopo che l'industriale bretone ha lasciato, a sorpresa, la guida di Vivendi al figlio Yannick, già alla testa di Havas. Sempre secondo il quotidiano parigino, sono stati arrestati anche il direttore generale del gruppo Bolloré, Gilles Alix, e Jean-Philippe Dorent, a capo della divisione internazionale dell'agenzia Havas.

 

Vincent Bolloré era stato messo sotto accusa dai soci dell’azienda di famiglia per aver venduto il 60 per cento di Havas a Vivendi che lui governa con poco più del 26 per cento del capitale. Un cadeau costoso, che ha reso alle casse del finanziere 2,3 miliardi di euro ma che finora si è rivelato un ben magro affare per gli altri azionisti. Invece delle sinergie promesse tra il gruppo di comunicazione e l’ammiraglia della pubblicità, è arrivato subito dopo un profit warning: meno 34 per cento l’utile netto e la revisione al ribasso delle previsioni di crescita.

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